martedì 27 aprile 2010

La Maiolica Italiana di Stile Compendiario "I Bianchi"

Dal 25 aprile negli spazi espositivi del Museo Internazionale delle Ceramiche sarà possibileammirare la mostra dedicata ai Bianchi, ovvero alla Maiolica Italiana di Stile Compendiario.L’esposizione, aperta nella prima edizione presso il Museo dell’Arte Ceramica di Ascoli Piceno, sisposterà successivamente a Roma, dove verrà ospitata nei Musei Capitolini dal 16 settembre al 28novembre 2010.Promosso e prodotto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, che ha affidato a Civitail coordinamento organizzativo, il progetto si è avvalso di un ampio e prestigioso ComitatoScientifico composto dai maggiori studiosi della materia.L’iniziativa, partita dalla città marchigiana, nasce anche dalla passione collezionistica e dalla riccatradizione locale ascolana della ceramica, un connubio radicato nella fabbrica Matricardi cheraggiunse il suo apice e la sua massima fortuna nel terzo decennio del Novecento e sulla raccolta diceramiche Matricardi che si presenta oggi forte tipologicamente e ben strutturata dal suo arteficecome una vera ricchezza per la città.La mostra - curata da Vincenzo De Pompeis, direttore del Museo della ceramica di Castelli dellaFondazione Raffaele Paparella Treccia - intende analizzare la produzione ceramica che ha avuto ilmaggior successo sia in Italia che in Europa.Il primo studioso che utilizzò il termine compendiario per indicare un particolare stile della maiolicafu Gaetano Ballardini, stimo creatore del museo faentino, che si avvalse di un termine usato dagliarcheologi per definire un tipo di pittura della Roma imperiale. Lo stile pittorico compendiario èuno stile riassuntivo, tecnicamente eseguito con rapide pennellate che portano a raffigurazioniessenziali e stilizzate.La scelta di dedicare la mostra alla sola produzione dei Bianchi deriva dalla notevole eterogeneitàed ampiezza della produzione di maiolica italiana di stile compendiario, che sarebbe difficiledocumentare in modo esaustivo in un'unica mostra. La mostra intende rappresentare le tappe e leragioni del successo dei bianchi, attraverso l’esposizione di circa 130 maioliche, realizzate nellediverse aree di produzione italiane.Con il termine Bianchi si indica quella innovativa produzione di maioliche bianche e polite - da unadefinizione del Garzoni del 1588 – che fiorì a Faenza negli anni Quaranta del Cinquecento e che sidiffuse, in pochi lustri, in gran parte del territorio nazionale e all’estero. Le innovativecaratteristiche dei Bianchi – rivoluzionari per forma, decori e tipo di smalto utilizzati – li reseromolto apprezzati oltre che in Italia anche in varie località dell’Europa, dove sorsero specificheproduzioni, talvolta direttamente avviate da ceramisti italiani emigrati. Fuori dai confini nazionali, iBianchi faentini hanno assunto una notorietà tale da dar luogo al famoso neologismo faience permaiolica, a dimostrazione del successo riscosso da questi prodotti anche tra gli stranieri. La lorocaratteristica superficie bianca, corposa e coprente per via dell’uso di uno smalto più spesso e piùbianco rispetto al passato, permetteva di coprire il biscotto, conferendo alla maiolica brillantezza,luminosità ed un maggior senso di pulizia e di igiene. Nel Cinquecento i più importanti centri diproduzione erano localizzati in Italia Centrale, mentre nel Seicento si ebbero importanti produzionicon caratteristiche stilistiche autonome in altre regioni italiane, tra cui la Puglia. I Bianchi sicaratterizzavano anche per il maggior movimento delle forme, che si arricchivano di ornamentiplastici ed assumevano un maggiore risalto rispetto al passato.Infatti, oltre a forme tradizionali derivate dal tornio, venivano prodotte forme opulente e dinamiche,spesso derivate da stampi ed ispirate a modelli in metallo e in vetro, influenzate dal Manierismo.Invece, i decori erano molto più sobri e stilizzati di quelli rinascimentali. Un’ulteriore caratteristicadistintiva dei Bianchi era data da una tavolozza limitata, con ornati generalmente eseguiti usandonon più di tre colori, soprattutto il giallo, il blu e l’ocra. Il momento culminante della produzione deiBianchi italiani si ebbe tra la seconda metà del XVI secolo e la prima metà del XVII secolo, mentresuccessivamente, in quasi tutte le regioni, la produzione proseguì su livelli inferiori sia dal punto divista qualitativo che quantitativo.Il percorso espositivo si articola in una sezione introduttiva sul Compendiario e sulla rivoluzionariaproduzione dei bianchi e in successive sezioni organizzate per aree geografiche di produzione, apartire da quella che è dedicata al territorio dell’Emilia Romagna su cui insiste Faenza, checostituisce il primo e il più antico centro di produzione dei bianchi di stile compendiario. Le altresezioni sono dedicate alle aree geografiche necessarie a delineare la storia dei bianchi in Italia:Trentino, Lombardia, Veneto, Liguria, Marche, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Puglia,Campania, Calabria, Molise, Basilicata, Sicilia e Sardegna. Accanto a opere di celebri botteghe emaestri, saranno esposti lavori meno noti, ma utili a documentare la capillare diffusione dei bianchiin tutta Italia. http://tinyurl.com/32f9vaq

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