giovedì 28 gennaio 2010

VITA A VENEZIA. Colore e sentimento nella pittura veneta dell’800

La Galleria Bottegantica di Bologna, in occasione del 25° anniversario della sua fondazione, inaugura la nuova sede espositiva in via Manzoni a Milano con la rassegna “VITA A VENEZIA. Colore e sentimento nella pittura veneta dell’800”, a cura del suo direttore Enzo Savoia. In mostra, dal 13 febbraio al 20 marzo 2010, opere dei Maestri più noti dell'Ottocento veneto: Bartolomeo Bezzi, Guglielmo Ciardi, Giacomo Favretto, Pietro Fragiacomo, Cesare Laurenti, Alessandro Milesi, Luigi Nono, Ettore Tito, Federico Zandomeneghi. Piazze, scorci cittadini, interni di una società umile dell'Italia post-unitaria sono i temi pittorici di quel realismo sociale dove lo studio della luce e del colore rende uniche le doti espressive di questi grandi maestri. I dipinti qui presentati esemplificano perfettamente le tematiche ricorrenti nella pittura italiana dell‘800, fra cui: le scene di genere, il paesaggio e la ritrattistica. Esempi ne sono la suggestiva “Bottega della fioraia” di Favretto; la raffinata composizione “Allo specchio” di Ettore Tito; il pathos espressivo del “Refugium peccatorum” di Luigi Nono; il seducente movimento delle figure nella “Piazza S. Marco” di Ettore Tito. Rimarcano, inoltre, quella suggestione di vita quotidiana, matrice di opere straordinarie e coinvolgenti che nei maestri italiani dell’800 ha trovato la sua più alta espressione poetica e artistica, capolavori quali: “Mattino della Domenica” di Luigi Nono, “L’arrotino” di Alessandro Milesi, “In pescheria” di Cesare Laurenti ed “El va” di Giacomo Favretto. Straordinarie le vedute paesaggistiche che emergono dalle opere di Guglielmo Ciardi, Pietro Fragiacomo, Bartolomeo Bezzi, accomunate dalla ricerca della linea dell’orizzonte e da un’atmosfera lirica, intima, malinconica e volutamente alternativa a quella della consueta veduta che negli anni Ottanta ha ancora molti esponenti: da Grubacs a Querena a Caffi ad Antonietta Brandeis. Opere come “Piazza San Marco” di Ettore Tito, invece, testimoniano il ritorno in auge delle scene in costume tipico del revival settecentesco, grazie alla riscoperta della pittura tiepolesca e dei temi goldoniani avvenuta principalmente ad opera di Pompeo Gherardo Molmenti. Chiude la rassegna lo splendido dipinto di Federico Zandomeneghi “La lecture” che mette a confronto la pittura veneta e la coeva pittura internazionale. Il successo internazionale della pittura veneta già a fine ottocento è testimoniato dal riconoscimento da parte del pubblico e della critica. Un solo esempio: nel 1885 all’Esposizione Universale di Anversa il mercante inglese Walter Dodeswell acquista ben quattro quadri di Nono, Tito, Dall’Oca Bianca e Lancerotto e il critico del Daily Telegraph, recensendo l’Esposizione l’8 Gennaio, definisce il dipinto “La fa la modela” di Ettore Tito “an impressionist composition”. Perché a Milano: La Lombardia ha visto nascere le più importanti e prestigiose collezioni dell'arte del XIX° secolo, quali la Collezione Jucker, la raccolta Ingegnoli, la Lodigiani, la Mario Galli, la Carraro-Rizzoli, la Rossello, la Finazzi, e molte altre ancora non meno importanti. Questo collezionismo è cresciuto anche grazie al costante e puntuale lavoro di grandi Gallerie milanesi della prima metà del XX° secolo, quali la Pesaro, la Scopinich, la Dedalo e la Galleria dell'Esame. Furono proprio queste ad allestire le prime grandi mostre monografiche sulla pittura italiana dell'Ottocento a Milano, in particolare quelle dedicate agli artisti veneti, tra cui ricordiamo le esposizioni organizzate dalla Galleria Pesaro su Pietro Fragiacomo nel 1918, quelle di Ettore Tito nel 1919 e nel 1928, quella di Bartolomeo Bezzi nel 1921 e di Federico Zandomeneghi del 1922, l’esposizione dedicata ai pittori Ciardi nel 1923, e infine la mostra allestita nel 1934 dalla Galleria Scopinich su Luigi Nono. http://tinyurl.com/ybvpzxb

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