mercoledì 21 aprile 2010
Sebastiano Ricci. Il trionfo dell'invenzione nel Settecento veneziano
La mostra, pensata come cardine del programma culturale per le celebrazioni del trecentocinquantesimo anniversario della nascita di Sebastiano Ricci, promosse dalla Regione del Veneto e dalla Fondazione Giorgio Cini tramite il Comitato Regionale appositamente istituito, riunisce una serie di opere d’arte legate alla problematica del ‘bozzetto’ (dipinti, sculture, disegni), in grado di rappresentare un aspetto originale del genio multiforme e spettacolare dell’arte del pittore bellunese. Gli studi specialistici sono concordi nell’attribuire a Sebastiano Ricci un ruolo fondamentale di precursore e interprete aggiornato del rococò nell’arte italiana ed europea, grazie al largo raggio di attività che gli consentì di estendere presso le corti e i centri culturali d’Europa il suo magistero e la felicità virtuosistica di un linguaggio capace di intercettare le esigenze di cambiamento nel gusto agli inizi del XVIII secolo. La parte preponderante dell’esposizione sarà dedicata all’arte del bozzetto e del modelletto, in cui Sebastiano Ricci non solo è maestro ai massimi livelli, ma è geniale innovatore: con la lettera di Sebastiano a Giacomo Tassi del 14 novembre 1731 è consuetudine far iniziare quell’inversione di valori che vede passare la preminenza estetica dell’opera d’arte dalla sua versione ‘finita’, deliberatamente finalizzata alla fruizione del pubblico, al bozzetto, l’elemento preparatorio destinato usualmente a rimanere all’interno all’atelier. La frase conclusiva che Sebastiano rivolge al suo committente, «sappia di più, che questo picciolo è l’originale, e la pala d’altare è la copia», inaugura una prassi che avrebbe avuto in seguito grande successo tanto da contagiare buona parte della critica novecentesca. Non verrà trascurato il confronto con i bozzetti di altri importanti pittori della scuola veneziana del Settecento, quali Antonio Pellegrini, il giovane Giambattista Tiepolo, Gaspare Diziani, Giambattista Pittoni, Jacopo Amigoni. Un’attenzione particolare sarà inoltre rivolta alla grafica riccesca, sostanzialmente divisa tra il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie dell’Accademia di Venezia e le collezioni grafiche di Windsor Castle: la tecnica esplorativa e turbinosa del segno riccesco, nella dissoluzione delle forme, si presta a puntuali confronti sia con i modelletti dello stesso Ricci che con l’opera dello scultore Giovanni Maria Morlaiter. In mostra saranno esposti proprio alcuni modelli e bozzetti in terracotta provenienti dal “fondo di bottega” di Giovanni Maria Morlaiter, alter ego di Sebastiano Ricci in scultura, oggi custoditi nei depositi del Museo del Settecento Veneziano di Ca’ Rezzonico. http://tinyurl.com/y2nrm4g
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